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Emerso come uno dei temi centrali dell'antropologia contemporanea, il concetto di sofferenza sociale ha l'obiettivo di dirigere la riflessione sul disagiato rapporto fra soggetto e ordine sociale, nonché sulle modalità in cui tale disagio viene affrontato. Dalla considerazione dell'AIDS e della tubercolosi come incorporazione della violenza strutturale alle forme di cittadinanza terapeutica prodotte dalla diffusione dei farmaci antiretrovirali, dalle inedite modalità di azione politica nate intorno alla politicizzazione della propria condizione medica al genocidio rwandese, fino ai più ampi temi delle diseguaglianze economiche e ella iustizia sociale, i contributi di questo numero invitano a riflettere lungo sentieri diversi, che si incontrano in molteplici punti, ma che si discostano e si scontrano su altri, animando una tensione proficua nell'analisi dei meccanismi sociali dell'oppressione. Un'antropologia della sofferenza sociale è dunque un'antropologia che vuole andare oltre l'esame della costruzione culturale del disagio, cessando di essere esclusivamente un prezioso strumento di critica culturale, per ergersi a strumento di critica politica e di azione trasformativa.